Il lavoro mobilita l’uomo

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Mio padre che lavora la notte e dorme di giorno. Mia madre che mi mette in un box con fratelli e cugini per scrivere a macchina la tesi di qualcuno che oggi forse è nonno. Un negozio da mandare avanti, con mia sorella adolescente alla cassa. Un fratello che va a Rimini a fare il cameriere l’estate, poi si imbarca per tre anni e trova un miliardo di modi per tirar fuori uno stipendio.

A sedici anni fare volantinaggio per andare in vacanza. A 18 vendere le guide alla facoltà nella città universitaria per pagarci la tassa. A venti fare il magazziniere a 3 ore da casa, sudando freddo ogni volta che arrivava un camion da scaricare e col muletto devi correre, che deve ripartire subito. Quando c’è bisogno mettersi alla catena di montaggio, dove i colleghi anziani sono senza espressione, pagati a cottimo, e si incazzano ogni volta che blocchi la macchina perché non riesci a starle dietro.

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