Gli scrittori non ci salveranno

Cover LSC MAG 5

La copertina di LSC Mag su cui è stato pubblicato questo editoriale.

Mario Soldati in America primo amore descrive l’accoglienza ricevuta a Neviorche da un italo americano emigrato nella grande mela.

Il suo ospite ha maggiore dimestichezza con l’inglese rispetto allo scrittore, sebbene ciancichi la lingua yankee con residui di un italiano dialettale.

L’italoamericano, che negli anni ‘30 ascolta Torna a Surriento sparato dal grammofono, è orgoglioso della sua condizione: parla la lingua, vive in un posto lontano da casa, un posto che è diventato la sua casa, non è meno americano di chi è nato oltreoceano, o almeno non ci si sente.

E lui, arrivato con la valigia di cartone, apostrofa lo scrittore torinese, che arranca con l’inglese, con un «accà siete ‘nu cafone.»

Soldati, intellettuale che va negli Usa per via di una borsa di studio alla Columbia University, fuori dal contesto che gli è proprio, in casa di un emigrato con la valigia di cartone che, in qualche modo, è riuscito a ritagliarsi uno spazio a New York, è questo: ‘nu cafone.

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La biblioteca del posto dove vivo

Oggi, quasi casualmente, sono stato alla Biblioteca comunale del posto in cui vivo.

Ho sbirciato tra gli scaffali e ho parlato per un po’ con le operatrici che si impegnano affinché quello spazio abbia la dignità che merita.

Fra migliaia di libri e spazi allestiti con grande attenzione, l’orgoglio maggiore l’ho visto quando queste due signore, non certo nel fiore degli anni, mi hanno detto di aver personalmente riverniciato la ringhiera delle scale, o un vecchio armadio. Che erano rossi e belli, e ci stavano proprio bene lì, ho pensato.

Fra migliaia di libri ho visto gli occhi di chi tiene al suo lavoro e al ruolo che pensa di dover ricoprire, ma sente di essere stato lasciato solo dietro le linee nemiche. Perché oggi in biblioteca non ci si va quasi più, e l’importanza di costruire nella nostra vita uno spazio per la letteratura, per la lettura, è ormai un lusso che si ritrova solo nei discorsi dei radical chic.

Mi è tornato in mente David Foster Wallace e il suo celebre discorso Questa è l’acqua sulla necessità di fare della lettura, degli studi umanistici, la nostra possibilità di leggere la vita, prima che i libri.

Mi è venuto in mente che un mondo bello si costruisce dalla difesa delle cose belle, e che il primo lavoro di trasformazione deve essere fatto sull’agenda delle nostre priorità.

Fra migliaia di libri mi è venuto in mente che io, in quella biblioteca, non ci ero andato quasi mai.

E quella ringhiera rossa era bellissima.