La quarantena ha presentato in maniera evidente il costo in termini sociali di città nelle quali vive più della metà della popolazione italiana, pensate con un centro storico di pregio e molte periferie-dormitorio, ove l’urbanistica non favorisce la convivenza ma anzi la mancanza di spazi comuni e servizi di qualità acuisce conflitti sociali tra deboli: con l’economia in ginocchio e la necessità di interventi pubblici per rilanciarla, è doveroso immaginare un ripensamento del sistema-città e nuovi modelli di partecipazione attiva alla trasformazione di esse. Ne ho scritto per Left, trovi qui l’articolo completo.