È successo questo: in Polonia, uno dei Paesi dell’Unione Europea, nascono le LGBT free zones, cioè città in cui chi non è eterosessuale non è gradito.
Uno dei limiti dell’Unione Europea è stato non riuscire a unire complesse diversità al suo interno. A volte la differenza è stata ricchezza, ma quando si discriminano le persone è solo orrore, molto simile a quello per contrastare il quale il sogno europeo nacque.

Ieri il Parlamento Europeo ha dato un segnale, votando una risoluzione che di fatto censura le oltre 80 amministrazioni pubbliche polacche “LGBT Free” e dice che i soldi dell’Unione vanno spesi per integrare, non per discriminare. Larghissima maggioranza ha votato la risoluzione. Contrari i parlamentari polacchi.
La seconda delegazione per voti contro è quella italiana, con il voto di Fratelli d’Italia, Lega e un deputato di Forza Italia.
Quelli che dicono prima delle elezioni che l’Italia deve contare di più in Europa.
Per una volta, per fortuna, l’Italia che vorrebbero rappresentare loro, ha contato di meno.