Dicono che forse hai commesso un imbroglio per intascare dei soldi, che tra l’altro avevi tutti il diritto di intascare. Però se hai mentito è grave. Chiedono le tue dimissioni, e a me interessa il giusto, che in fondo manco t’ho votata.
Dicono poi che forse l’imbroglio lo hai fatto perché ricattata, perché circolano video o foto che ti ritraggono in intimità. “Nuda”, o pure peggio si dice, e io faccio fatica a capire quale sia il peggiorativo di nuda.
Forse ti sei vergognata e hai dovuto pagare, chissà se è vero. Ma se fosse vero, soprattutto di questo ti dovresti vergognare, cara Giulia: di vivere in un Paese in cui una scelta personale, intima, può essere giudicata dagli altri, essere usata contro di te.
Vergognati di vivere in un Paese bacchettone, moralista e sessualmente frustrato, da rendere inaccettabile per il ruolo che ricopri l’aver esplicitato (in privato!) che sotto i vestiti che indossi c’è un corpo e una sessualità che deve essere nascosta, negata, sennò è peccato. Pure peggio.
Una leggerezza, dicono tu abbia fatto. Una cazzata. Sì, è stato così.
Ma non hai sbagliato quando, per motivi che purtroppo temo sarai umiliata nel dover spiegare, ti sei voluta far fotografare. No, lì non hai fatto niente di male, e se l’hai trovato divertente, non te ne dovresti manco pentire.
Manco a dover ribadire che sotto i vestiti siamo tutti nudi, che tu sarai fatta più o meno come le altre e sotto le lenzuola (o a questo punto dove ti pare) farai più o meno le stesse cose che più o meno tutti noi facciamo (o abbiamo fatto, o vorremmo fare).
La cazzata non è stata farti riprendere da un obiettivo. E non credere nemmeno che sia stata una colpa fidarti dell’uomo sbagliato. La cazzata vera è stata illuderti che noi potessimo accettare che fossero solo fatti tuoi, giudicando il ricattatore e non la ricattata.
Noi siamo quelli che ti danno la solidarietà, perché povera ragazza, però, in fin dei conti, te la sei cercata. Con il ruolo che ricopri, poi.
Non ci riusciamo ad essere migliori di così. Non ne siamo capaci, siamo dei poveracci. Qualcuno forse pure un po’ invidioso. Forse di questo potremmo provare a vergognarci, tutti insieme, la politica e la società civile.
Tu invece sei giovane, fortunata, libera: cose di cui è impossibile vergognarsi, al massimo si può fare finta.
Quindi perdonaci, e se ci riesci, non ci pensare più.