Capitale

Oggi lo posso di’ solo in romano,
spiegateme: che cazzo s’esurtamo?
Chi semo noi, tifosi o cittadini?
Che c’ho da gioi’, se invece che uno nostro,
se bevono uno de quelli vicini?

Se dicono che c’era in giro un mostro
a spartisse la città che tutti amiamo
siccome era er nemico tutt’apposto?
Che cazzo ce ne frega, noi brindamo?

Perché così paremo meno brutti?
“Hai visto? Pure loro fanno uguale”
So’ tutti boni a di’ “lo fanno tutti”
Ma mica se è così fa meno male.

Ma che davero stamo a pensa’ a quelli,
che annavano strillando de onestà
Convinti che bastassero li strilli
pe fa’ resuscita’ questa città?

Compagno che giosci, te lo dico:
Pe’ vince nella corsa degl onesti,
se speri che te ingabbino er nemico
nun stai a fa’ mica quello che dovresti.

Che tanto ormai l’hai visti: so incapaci!
Da cittadini stamo preoccupati
ma se sei mejo come tanto dici
me spieghi come mai che l’hai imitati?

Ma n’era meglio stasse zitti e boni
prova’ ‘na vòrta a fa’ la differenza
riempisse de tristezza, abbassa’ i toni
e smette de parla’ solo alla panza?

Le meravigliose e costruttive discussioni interne

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Il meraviglioso popolo del Pd aveva capito che ormai Berlusconi era bollito, e che era solo una questione di tempo ma prima o poi al Governo ci si sarebbe andati, tutti insieme, meravigliosamente.

“E dunque chi volete che governi?” Si chiese al meraviglioso popolo del Pd, “Bersani o Renzi?”

“Bersani! Bersani!” risposero in maggioranza.

E Bersani, dopo meravigliose e costruttive discussioni interne, vinse le primarie.

Così venne il giorno delle elezioni, e anche se nel frattempo c’era chi diceva che però con Renzi le elezioni si sarebbero vinte bene, che sennò non si sarebbe potuto governare, il meraviglioso popolo del Pd continuava a dire Bersani! Bersani!, che non è che ci si poteva perdere in meravigliose e costruttive discussioni interne all’infinito, eh? Continua a leggere