Un pomeriggio a casa Bellonci per scoprire il libro che verrà

Immagine Esperimento riuscito!

Se l’incontro dal titolo “In corso d’opera” voluto dalla Fondazione Bellonci era sotto osservazione, possiamo tranquillamente certificarne il successo.

Faccio una premessa dovuta: questa è una cronaca parziale e frammentaria di quanto accaduto lunedì 2 dicembre a casa Bellonci e denuncia grandi lacune nella completezza dell’informazione dovute alla limitatezza delle mia capacità di attenzione e del mio personalissimo gusto di lettore.

Ma partiamo dal principio: la bontà dell’iniziativa verteva nell’aprire casa Bellonci a una pattuglia di alcuni fra i più dinamici editori romani decisi a scovare i propri potenziali futuri lettori. Sì, perché l’originalità dell’idea è che gli editori che partecipano agli incontri di “In corso d’opera”, che ci auguriamo frequenti e numerosi, non sono chiamati a promuovere libri presenti in libreria, ma a illustrare il lavoro che stanno facendo per mandare in stampa i titoli che si augurano protagonisti del 2014.

D’altronde, per usare le parole di Stefano Petrocchi, neo direttore della Fondazione e accogliente padrone di casa, chi ha più passione di loro, che in questi progetti stanno investendo energie e denaro? In molti casi si tratta addirittura di libri che non hanno ancora un titolo o una copertina definitiva, ma ascoltando i rappresentanti delle case editrici presenti sembra che tutti abbiano una storia degna di essere raccontata. Sono parecchi, in effetti, quelli finiti sul mio taccuino, spesso per la fiducia che riponevo nell’editore in questione, che sapevo affine ai miei gusti, ma anche per la capacità di questo di coinvolgermi nell’idea proposta.

La Nottetempo per esempio ha anticipato le opere nascenti di Paola Camassa e Lisa Ruotolo attraverso la consueta eleganza di Ginevra Bompiani (“questi sono tempi in cui la chiarezza sta lasciando il posto alla facilità” è il suo amaro commento), ma anche di Chiara Valerio, della quale inizio a pensare che mi venderebbe un libro in pochi minuti anche se fossi analfabeta.

Coinvolgente la passione di Fandango, con Tiziana Trian che promette grandi cose per l’esordio letterario di Andrea Delogu, una storia che si insidia nelle pieghe oscure di San Patrignano, cui La collina è chiaramente ispirato. Più facile il compito per Alessia Polli, che anticipa il secondo lavoro del sorprendente Lorenzo Amurri (Apnea).

Prima di loro avevo ascoltato i progetti di Asino D’oro grazie a Rossana Cecchi e Emanuele Santi, ma sebbene mi sembrassero interessanti non ho avuto l’accortezza di segnarmi i titoli e gli autori citati.

Degno di nota anche Le verità imperfette, esperimento di scrittura a venti mani messo in cantiere dalla Del Vecchio editore, che ha assegnato un personaggio ciascuno a dieci diversi autori e ne ha assemblato i lavori in un romanzo. Immagine

Gianni Gremese ha portato all’attenzione dei lettori due libri in cantiere, presenti gli autori Alessandro Petruccelli e Sabrina Pallavicini (foto), con quest’ultima che scandalizza un paio di signore ben vestite raccontando qualche particolare del suo Supermarket porno. Non ho segnato sulla mia lista della spesa nessuno dei due libri, ma io sono uno che sbaglia spesso questo tipo di valutazioni.

Tutt’altro registro per l’incontro con 66thand2nd, durante il quale Leonardo Luccone e Giuliano Boraso scelgono un approccio semplice, quasi elementare, certamente influenzati da una platea composta in gran parte dei giovani. Anche da quest’incontro esco con la pagina bianca, ma ho la sensazione che il libro sul motociclista Simoncelli possa regalare soddisfazioni in termini di vendite.

Con Loretta Santini delle edizioni Elliott approfitto per parlare un po’ dell’ultimo libro presentato dall’editore allo Strega, quel La Casa di Angela Bubba che nel 2010 forse meritava maggiori fortune, dopodiché la ascolto mentre ci informa che punta moltissimo su Bella mia, romanzo dedicato a L’Aquila da Donatella Di Pierantonio, e su La frattura, con il quale Giovanna De Angelis si confronta con una donna malata di cancro che dimostra un’insospettabile forza. Di quest’ultimo mi pare particolarmente azzeccata la prova di copertina che la Santini ci mostra.

Quando sono costretto a lasciare casa Bellonci gli incontri non sono ancora terminati: faccio in tempo a vedere Nicola Lagioia e Alessandro Grazioli che si apprestano a parlare dei lavori in corso d’opera di Minimum fax, ma mi perdo anche Arcana, Nutrimenti, Giulio Perrone e Voland. La sensazione che rimane è che questo scendere in trincea al fianco degli editori a caccia di lettori ovunque essi si trovino da parte della Fondazione Bellonci sia stata una scelta coraggiosa e necessaria che merita sicuramente di avere un seguito.

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