Social Media e Marketing culturale: comunicare un prodotto culturale è promuovere il territorio che lo ospita

Comunicare un evento o uno spazio culturale

Che significa curare un piano di comunicazione di un evento o uno spazio culturale?

Quali sono i nostri referenti, gli strumenti a disposizione, il linguaggio più efficace, il budget necessario e gli obiettivi da raggiungere? E come possiamo misurarli?

Il lavoro di ufficio stampa e di social media strategist e manager risponde a regole precise, che è necessario conoscere, ma non basta: la comunicazione di un evento o di uno spazio che produce cultura ha bisogno di strumenti adeguati e parametri che gli sono specifici, perché non si può fare l’ufficio stampa di un museo, o di un festival, utilizzando la stessa tecnica che useremmo se svolgessimo il ruolo presso un’istituzione pubblica, una società sportiva o una catena di negozi.

Questo corso serve a realizzare quello che in potenza è già un piano integrato di comunicazione completo, e fornisce, attraverso lezioni interattive e laboratori pratici, gli strumenti di base per adattare le scelte del responsabile della comunicazione alle diverse realtà in base alle necessità, agli obiettivi, al budget, alla continuità del lavoro da realizzare.

Quanto dura il workshop?

Il Workshop si svolge in due moduli di tre ore, più un terzo di laboratorio pratico relativo all’impiego di un budget in Facebook, Instagram e TikTok Ads (contenuti sponsorizzati).

Chi tiene il workshop?

Il workshop è tenuto da me, che oltre a ricoprire il ruolo di direttore del festival letterario Liberi sulla Carta, sono il fondatore di LSC Agency, agenzia letteraria e di comunicazione, e ho maturato anni di esperienza in comunicazione pubblica.

Il laboratorio è tenuto da Francesco Martinelli, consulente di digital advertising, specializzato nel media buying su piattaforme di social media, ambito che conosce e frequenta professionalmente sin dagli inizi.

A chi è rivolto?

Giornalisti, uffici stampa e social media manager che vogliono specializzarsi in comunicazione culturale, organizzatori di eventi, responsabili di musei, teatri, associazioni culturali attive nella promozione del territorio, aspiranti addetti alla comunicazione per enti culturali che non possiedono conoscenze di base del marketing culturale o che intendono approfondire le potenzialità del web per aumentare visibilità, immagine e reputazione di un evento.

Non occorre una preparazione particolare per acquisire le competenze di base, ma solo una conoscenza e dimestichezza con i principali social network.

PER INFO O PRENOTAZIONI: 320 333 6944

Uomini che odiano le donne?

Viviamo l’epoca della (illusoria) disintermediazione globale, che ha permesso a chiunque sia dotato di una tastiera o di uno smartphone di entrare in contatto con tutti, fossero questi i grandi della terra, le icone pop del momento o una semplice platea virtuale.

In questo contesto c’è un termine inglese, haters, che è entrato nel vocabolario comune insieme alle altre parole legate all’utilizzo dei social network: selfie, like, follower ecc.

Un hater è letteralmente un odiatore, qualcuno cioè che impegna gran parte del suo tempo a odiare un personaggio che abbia una qualche visibilità, manifestando questo suo sentimento pubblicamente, sui social network, legittimato da una mal interpretata libertà di espressione.

Il fenomeno è complesso, tocca molti aspetti dell’organizzazione sociale, ed è trasversale: coinvolge utenti di diversa età e attivi in diversi ambiti, ed è difficile indicarne le cause, individuate a volte nell’invidia sociale, altre nella mancata educazione, altre ancora nella necessità di crearsi un’identità virtuale riconosciuta e definita proprio in base all’opposizione al nemico. Continua a leggere