Premio “Potere alle storie”, i miei candidati

Moscato premio PASQuando mi hanno chiesto di far pare del Comitato di selezione del premio Potere alle Storie ne sono stato felice e onorato: felice perché questo premio nasce dall’omonimo festival letterario cui sono affezionato per aver partecipato negli ultimi due anni (con Guy Chiappaventi, Carlo Miccio e Luciana Mattei a parlare di calcio e narrazione nel 2017, con Pippo Civati per parlare del rapporto tra politica e cultura lo scorso anno); onorato perché nel comitato ci sono firme ben più autorevoli della mia che danno lustro all’iniziativa: tra gli altri Guy Chiappaventi, Flavia Perina e Filippo Rossi, per limitarmi a quelli che ho avuto il piacere di conoscere personalmente.

Il premio PAS intende promuovere racconti e storie capaci di offrire un punto di vista sulla nostra contemporaneità e prevede quattro categorie:

  • La migliore storia del 2019;
  • La narrazione che meglio di tutte ha saputo contribuire al rinnovamento dei linguaggi;
  • La migliore narrazione del 2019;
  • Il miglior narratore (storyteller) per efficacia e tecnica narrativa.

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“Stefano Cucchi non è un eroe”

stefano-cucchi-storiaSi parla molto dell’opportunità o meno di dedicare una Via a Stefano Cucchi, nell’VIII Municipio di Roma. 
Una scelta incomprensibile per molti che, indignati, ricordano come Cucchi fosse nelle mani della giustizia per via di suoi comportamenti al di fuori della legalità. “Perché una via? Non è un eroe!” dicono, snocciolando una lunga lista di altri maggiormente meritevoli del riconoscimento.
Trovo un po’ macabra questa presunta classifica dei morti, ma soprattutto mi fa sorridere tanto accanimento per l’assegnazione di una medaglia di cui Stefano, ne sono certo, avrebbe volentieri fatto a meno.
Senza nulla togliere ai tanti eroi che ha avuto il nostro Paese, faccio notare che si dedicano vie, strade e piazze anche a persone che è importante ricordare perché la loro storia sia di monito.
Cucchi non era certo un eroe, ma è stato una vittima. Nemmeno le vittime delle fosse ardeatine erano eroiche, sono state vittime innocenti e sfortunate della furia altrui.
 
Con questa cosa bisogna che ci facciate pace: Cucchi è stata una vittima.
Innocente.
Completamente innocente.
 
Ma soprattutto (è quasi ridicolo doverlo ribadire, ma tant’è), Cucchi non se l’è cercata: si è cercato l’arresto, si sarebbe cercato la pena che probabilmente un giudice gli avrebbe inflitto e che lui avrebbe meritato in base alle leggi vigenti.
Ma non si sarebbe mai meritato la tortura di un pestaggio e la morte.
Con quello che gli è capitato non c’entra niente chi era, cosa faceva, perché era stato arrestato
E’ morto, lo ha ammazzato lo Stato mentre lo teneva in custodia.
Il minimo che lo Stato possa fare è ricordarlo.